Lo stendardo di Ur raffigura il potere e la magnificenza di una delle civiltà più antiche: i Sumeri, che vissero nell’antica Mesopotamia durante il 4000 a.C.
Il reperto risale al 2900-2450 a.C. circa, e fu ritrovato in una tomba della necropoli reale di Ur durante gli scavi eseguiti in Iraq tra il 1927-1928 dall’archeologo inglese Leonard Walley.
Ur era una delle città più importanti, un crocevia commerciale situato nei pressi dei fiumi Tigri ed Eufrate e, quando venne riportata alla luce, vennero scoperte tombe e reperti vari.
Lo stendardo di Ur venne ritrovato perfettamente conservato, ma si ignora la sua principale funzione: si crede sia stato un oggetto di culto, oppure una cassa di risonanza musicale o un semplice cassetto dove riporre oggetti di valore.
Nonostante non sia chiara la sua funzione, lo stendardo di Ur rimane un reperto importantissimo che rappresenta tutto il vigore e la prosperosità di questa grande civiltà antica.
La particolarità di questo reperto sta soprattutto nel materiale usato e nelle incisioni presenti: esse raffigurano infatti una vera e propria storia.
Cosa tratteremo
Cosa raffigura lo Stendardo di UR
Si presenta composto da pannelli lignei e si sviluppa su tre livelli separati da tre fasce ornamentali, dove il re risulta essere la figura maggiormente rappresentata.
Le figure sono incise su uno strato di catrame e bitume, impreziosito da uno strato di pietre preziose come lapislazzuli, pietre rosse calcaree, conchiglie provenienti dall’Oceano Indiano e madre perle bianche incastonate.
Sul primo lato è raffigurata una scena di guerra, con i carri militari trainati dai kulan, quadrupedi originari dell’Asia, che travolgono il nemico.
Gli schiavi e i prigionieri vengono raffigurati con abiti logori e sporchi, mentre il re si trova al centro ed è protetto dalle sue guardie personali. Si contraddistingue da tutto il resto perché è il più alto di tutti e i nemici si inchinano al suo cospetto.
La facciata opposta rappresenta invece un banchetto e una processione con contadini, animali e commercianti.
Nel secondo pannello troviamo raffigurati degli animali sacrificali con i loro allevatori e contadini: la scena rappresentata non risulta essere sanguinolenta, bensì trasmette una sensazione di serenità e armonia.
Il re, nella fascia superiore all’estrema sinistra, appare più grande di tutti gli altri ed è l’unico vestito con il prestigioso kaunakés, il gonnellino a ciocche di lana.
Brinda al cospetto di schiavi e funzionari, probabilmente per celebrare la vittoria della guerra descritta sul primo lato.
Sulla destra si esibisce invece una cantante, accompagnata da un musicista con la cetra.
L’importanza dello Stendardo di UR
L’importanza dello stendardo è confermata anche dai numerosi dibattiti che si sono tenuti attorno ad esso e alla sua funzione.
Quello che non verrà mai messo in discussione è che, ad ogni modo, rimarrà sempre uno dei reperti più importanti che siano pervenuti fino ai giorni nostri e la testimonianza principale della potenza della civiltà sumerica.
Attualmente lo stendardo di Ur è esposto al British Museum di Londra.