Il Supersantos è un fiero testimone di tempi in cui la felicità costava solo 2500 lire. In tempi passati non c’era vicolo o pineta che non ospitasse un gruppo di amici intenti a giocare col Supersantos, tanto amato dai bambini quanto odiato dal vicinato, costretto a subire invasioni in giardino, vetri rotti e schiamazzi di voci allegre.
La storia sull’origine dell’amato pallone arancione è intrigante, misteriosa e per quanto il giocattolo sia uno dei più famosi al mondo, le sue origini rappresentano un mistero degno dei più moderni gialli letterari, in quanto nessuno è in grado di fornire una precisa testimonianza su come esso sia nato.
La sua origine sconosciuta avvolge nel mistero il Supersantos, quasi a renderlo protagonista di un thriller avvincente.
Cosa tratteremo
Tutto ciò che sappiamo sul Supersantos
Il pallone ha visto la sua maggiore diffusione in una fascia di anni posteriore a quelli della guerra, prima dello sviluppo tecnologico esponenziale, che ha visto l’avvento del personal computer, delle console per videogiochi e dei cellulari.
In quegli anni l’Italia, insieme a tutto il mondo, stava vivendo un boom economico, il quale garantiva serenità e benessere, durato tra alti e bassi, fino ai primi anni Novanta.
Il Supersantos all’epoca era il giocattolo più ambito, per giocare in cortile, spiaggia o nei parchi e socializzare. Ai tempi del Supersantos non era insolito passare i pomeriggi in strada e giocare con gli altri bambini.
L’origine del pallone arancio, fiero accompagnatore dell’infanzia di molti, non è precisa e si attesta ai primi anni Sessanta, dove Edmondo Stroppiana, presidente dell’azienda torinese Mondo, ispirato alla vittoria dei mondiali di calcio da parte del Brasile iniziò a produrre questa sfera che richiamava i colori dei palloni del mondiale.
Supersantos ieri e oggi
Il design del pallone da calcio fu affidato a Stefano Seno, operaio della Mondo s.p.a. Il supersantos originale pesava 280g, con un diametro di 23 cm. Il materiale utilizzato per costruire il Supersantos era il pvc (PoliVinilCloruro), la cui elasticità è caratteristica fondamentale per il rimbalzo.
La qualità più apprezzata del Supersantos era quella di non volare via con il vento, mantenendo la direzione anche con i colpi più potenti. Le sue caratteristiche peculiari gli hanno permesso di sopravvivere allo scorrere del tempo e battere sempre la concorrenza, con tentativi di imitazione come il San Siro, o il SuperTele: quest’ultimo più leggero e maneggevole, spesso utilizzato di più per la pallavolo e notoriamente contrassegnato come ‘pallone da femmine’.
Il pallone più iconico della nostra infanzia venne pensato per essere accessibile a tutti, con un prezzo molto basso, 350£ in origine, alzato a 2500 £ non molto dopo, fino ai giorni nostri, dove è ancora in produzione e costa 2€. Il font utilizzato per la scritta Supersantos è spesso cambiato negli anni, ma resta sempre riconoscibile ed evocativo.
Supersantos: una storia avvolta nel mistero
Il Supersantos è il pallone più calciato d’Italia e ha accompagnato l’infanzia di molti bambini spensierati. Al di là dei pochi dati qui forniti sull’origine del pallone, facendo una ricerca su Google non si trova molto altro: su Wikipedia stessa viene indicato che la sua origine resta tuttora sconosciuta, e che addirittura la storia di Stefano Seno sia solo pura opera di fantasia.
Sul portale web dell’azienda Mondo, nonostante la notorietà del Supersantos, sono presenti solo pochi accenni al giocattolo che ha fatto la storia, in quella sede trattato alla stregua di tutte le altre invenzioni da loro originate.
La scarsità di informazioni sul Supersantos forniti dall’azienda originale è curiosa, quasi a far trasparire che sulla paternità del pallone ci sia molto da dire, che però non possa essere detto. Nonostante il poco risalto offerto al Supersantos dalla casa produttrice, in molti, tra artisti e autori, si sono prodigati a tessere le lodi del pallone e ispirati ad esso hanno creato opere in sua memoria.
Recentemente Roberto Saviano gli ha dedicato un intero racconto su quattro personaggi uniti dal comune ricordo di un’infanzia passata a calciale il Supersantos. Molti cantautori famosi hanno spesso citato il pallone nei loro pezzi e anche la società sportiva SSC Napli ha omaggiato il prodotto di punta ti Mondo s.p.a. per realizzarne una versione azzurra.
Nonostante i tanti omaggi, sono ben poche le informazioni sulla storia del magico pallone arancione, forse perché all’epoca non ci si poneva troppe domande, e si pensava soprattutto a giocare e divertirsi in maniera spensierata.